Andiamo alla scoperta di quello che oggi viene considerato il padre della salsa, parleremo del Son.
Il son è stato per lungo tempo un “suonare” di voci e strumenti, grazie ad esso le percussioni afrocubane confinate nei quartieri popolari, rivelarono le sue meravigliose risorse espressive raggiungendo una categoria universale.
Nella formazione del Son influirono i ritmi e il modo di cantare dei neri africani abbinati alle chitarre spagnole, come ogni genere musicale di origine popolare il Son si evolve dalla sua forma più primitiva fino a raggiungere configurazioni più complesse.
Gli storici non danno una data precisa sulla creazione del Son e nemmeno di chi l’avesse effettivamente inventato, perciò voglio regalarti una versione romantica del compositore Efren González che scrisse:
“Da dove viene il Son mi domanda molta gente, gli dico sinceramente che fu creato da Dio, quando vide che in questo mondo mancava un ritmo profondo che rallegrasse il cuore.”
“El Son De La Mà Teodora” delle sorelle cubane Michaela e Teodora Guines è considerata da molti il primo Son della storia, siamo intorno al XVI secolo di base questo genere musicale è composto da due parti nella prima chiamata son o lirica il cantante racconta il tema della canzone quasi sempre di tema popolare e la seconda parte il “montuno” dove il cantante duetta con il coro che trasforma a sua volta il messaggio del musicista in un inno che esce dalle bocche del popolo.
Negli anni il Son ebbe uno sviluppo sperimentale incredibile i musicisti infatti introdussero nuovi strumenti dando sfogo alla loro creatività passando da semplici duetti sino ad arrivare a vere proprie orchestre.
Il primo gruppo si formo all’Avana intorno al 1920 il suo nome era “Tipico Oriental” come la zona da cui venivano, diventato successivamente il Sexteto Habanero.
Queste formazioni musicali andavano ovviamente di pari passo con la danza, negli anni 30 sorgevano le prime accademie di ballo dove si insegnava il Son, erano luoghi frequentati dalla “gente di colore” ma ebbe così successo da soppiantare il Dan Son e di conseguenza anche i “bianchi” volevano imparare questo nuovo ballo.
Il Son a Cuba sta spopolando quindi dobbiamo impararlo per forza cercando di immaginare di entrare in una scuola di danza tipica cubana di quegli anni.
Salendo le scale arriviamo in una sala con finestroni alti quasi due metri aperti al cielo, dalla strada si sente il vociare dei passanti dal tipico accento cubano, la luce che filtra dall’esterno illumina i ballerini come se stessimo per assistere a uno spettacolo a teatro.
Il maestro sta percuotendo due bastoncini di legno chiamate “Clave”, i racconti tramandano che questi due bastoncini di legno erano una parte fondamentale delle barche dei pescatori dove venivano legate le cime, sta di fatto che tutto girerà intorno a questo, strumento che sarà fondamentale nella formazione della salsa.
Il maestro sta spiegando di mantenere la posizione del corpo leggermente flesso in avanti, i ballerini sono in presa chiusa e facendo una base laterale in contro tempo, si può far fare alla dama qualche “vuelta” (giro).
Una figura molto particolare è quella dove l’uomo scende su un ginocchio fino a sfiorare il pavimento e tenendosi con la mano a quella della dama che gira in tondo, allunga l’altra gamba disegnando un cerchio come un compasso vivente, qui viene fuori la vera anima del popolo cubano, quella calda e passionale.
Questo ballo ebbe un grandissimo successo e per la sua sensualità il Son venne perseguitato e fu addirittura proibito in quanto considerato indecente.
Lo scrittore colombiano Hernando Calvo Ospina nella sua opera Havana Heat, Bronx Beat ci riporta ad esempio la seguente notizia aparsa il 31 marzo 1917 sul giornale Cienfuegos:
“Ieri la polizia ha arrestato un gruppo di donne che stavano ballando il Son in maniera scandalosa al numero 50 di Arango Street”.
Il Son negli anni avvenire ebbe un grandissimo successo, soprattutto in America nello specifico a New York e negli anni 30 poi successivamente negli anni 40 si creava l’orchestra Afro Cuban del cantante e compositore Machito, alla quale nel 1941 si incorporava come direttore sassofonista trombettista e compositore Mario Bauza, successivamente il grandissimo timbalero partoricano Tito Puente.
Il successo del Son continua fino agli anni 50 in contemporanea con la nascita del “cha cha cha” e del “mambo” sino ad arrivare agli anni dello strepitoso successo dell’orchestra Fajardo y sus Estrellas, apri pista del successivo e d’imminente arrivo della Salsa.
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https://www.spreaker.com/episode/42105024